Sotto un grande cielo nero e pieno di pioggia, un piccolo uomo vestito di bianco con il sole nel cuore, ha attraversato una piazza insolitamente deserta annunciando ansimante, ma con coraggio, al mondo intero: “Tana libera tutti!”
La portata del gesto storico del Santo Padre ha avuto riflessi anche nella vita della città di Codogno, pronta a tagliare il traguardo delle cinque settimane di clausura. Il serpentone umano dei penitenti, in coda da un mese per ricevere la confessione, è andato lentamente dissolvendosi. Gli ultimi della fila, ormai privi di speranza, sono stati i primi ad abbandonare. L’annuncio è arrivato tra precetti teologici che sembrano vacillare, il timore che il papa possa calcare la mano spingendosi a concedere il sacerdozio alle donne e la comunione ai divorziati, e i mugugni di una parte dei prelati, preoccupata di perdere privilegi terreni: “Adesso non ci porteranno più la pizza gratis…”
L’anziana signora colta in fuorigioco dal Var del sindaco un mese fa (si veda il diario del 26 febbraio), in procinto di varcare la soglia parrocchiale, non ha voluto rinunciare alla confessione, mentre la vicina di fila, temendo si trattasse dell’ennesima bufala, ha voluto verificare di persona, pronta ad andarsene, solo dopo aver letto attentamente le pagine dell’Osservatore Romano.
Tra i delusi, anche Pino di San Fiorano, che ora sarà costretto a restare a casa.
Il parroco di Codogno, dopo aver ringraziato il principale, con un fraterno sms: “Grazie di cuore Fra!”, ha ricevuto dal pontefice l’invito a risvegliare la speranza in tutti i cittadini. Così, dato il via al sacrestano, gli altoparlanti del campanile hanno iniziato a trasmettere a tutto volume le note di “Niente paura” di Ligabue.
Si ricorda che questa notte con il ritorno dell’ora legale, le lancette vanno spostate in avanti. Si dormirà un’ora in meno, ma ai fini pensionistici, l’INPS ci conterà un’ora di quarantena, senza averla fatta.
Marco Milani