Oggi è Carnevale.
Per le strade la gente non può festeggiare e non ha tanta voglia di scherzare.
Allora abbiamo organizzato il Carnevale in casa. Ci siamo travestiti tutti e cinque, tanto le mascherine erano già a portata di mano; ci siamo messi di fronte ad un paio di specchi e con un gioco di riflessi siamo diventati 20. Sssst! Non ditelo in giro altrimenti intervengono le forze dell’ordine per disperderci.
Elena venerdì era felice perche era tornata prima da scuola, Francesco mi ha chiesto se fosse la fine del mondo, Anna invece era un po’ preoccupata per la febbre della mamma.
Povera, ieri sera ha perso un canino, ma la Fata dei dentini è stata bloccata ai confini della red zone.
Non è stato facile spiegarle che eravamo contenti nel sapere che l’esito del tampone della zia, che lavora nel famigerato ospedale di Codogno, fosse negativo. Come darle torto, un tampone negativo dà gioia, un giudizio negativo a scuola fa arrabbiare i genitori.
Qui tutto è il contrario di tutto.
Siamo in malattia, pur non essendo ammalati, ci dicono che siamo di fronte ad una semplice influenza ma non ci fanno uscire dalla zona rossa.
Chi prima si opponeva ai vaccini ora chiede quarantena e tampone per tutti.
Mentre a piazza Affari tutti corrono a vendere, qui, in fila nei pochi supermercati aperti, si compra di tutto, gli scaffali vengono razziati e c’è chi, temendo che l’isolamento durerà mesi, si porta avanti comprando creme solari per l’estate.
Sarà il caldo anomalo di febbraio o il silenzio assordante che c’è qua fuori, ma la tartaruga di mia sorella s’è svegliata dal letargo.
Vabbè, beviamoci sopra, con la fiducia nel motto dei nostri nonni: “Bianc e rus manda via la tus!”
Marco M.