Una domenica senza la messa e senza campionato di calcio, un martedì e un venerdì senza mercato, un mercoledì senza le coppe, un sabato senza corso di nuoto: tutto sta perdendo sapore!
E’ come fumare una sigaretta senza nicotina o bere il latte senza lattosio o una birra senza alcool, mangiare l’uva senza semi … quest’ultima mi è scappata, mi rendo conto che sia una considerazione del tutto personale, ma lo ritengo un ‘senza’, privativo di qualcosa (sputare i semini) di cui ne farei anche a meno.
Ogni volta che compro l’uva, la prima domanda che mi sento porre dalla mia famiglia è sempre la stessa:
“E’ senza semi?” oppure nella versione question tags “L’hai presa senza semi, vero?”.
Una, tra le tante altre cose, frutto di una società viziata, alla perenne ricerca di una rosa senza spine.
Dopo l’Esselunga, altri supermercati si sono impegnati a consegnare la spesa a casa gratuitamente.
Superato lo scoglio di loggarti (anche per questo non è un paese per vecchi) e terminata la spesa, si clicca sull’icona della consegna per scoprire che non ci sono più slot liberi. Prima data disponibile dopo 15 giorni.
Un collega di Lodi, avendo scoperto che non è possibile effettuare la spesa due volte nella stessa settimana, ha pensato di superare l’impasse registrandosi presso un’altra catena di distribuzione, il Carrefour, il cui unico vincolo per la gratuità di consegna è la spesa minima di 70 euro. Vivendo in casa da solo, ha comprato marmellata e fette biscottate sufficienti per 6 mesi.
Per stare proprio tranquillo, ha pensato di sfruttare anche il servizio che la Coop riserva a chi ha 65 anni.
Spacciandosi per lo zio, è riuscito a passare inosservato il limite dell’età grazie ad un abile travestimento.
Al momento della consegna, si presenta con capelli imbrattati di borotalco e soprattutto indossa un loden di ottima fattura, nonostante il caldo primaverile.
La casa
Non aprite quella porta
Non ti muovere
Aggiornato al 15/03
ANDRA’ TUTTO BENE
A domani
Marco Milani