Crescono le richieste di sussidi per la serrata di tutte le attività ritenute non essenziali.
Davanti al comune, sin dalle prime ore del mattino, si è formato un ordinato serpentone umano rappresentante gli interessi delle diverse realtà produttive locali. I manifestanti, capitanati dal pizzaiolo Tonino, forte di otre 10.000 like allo slogan “Ho voglia di pizza della pizzeria”, hanno formato lunghi ingorghi per le vie del centro. Si segnalano inoltre:
il sindacato dei produttori di spaventapasseri, che lamentano l’inutilità dei loro manufatti, a fronte delle centinaia di persone che si riversano in campagna facendo scappare corvi e corvacci dai campi seminati;
il pakistano Rosario, venditore di rose nei locali della movida codognese, ora disoccupato;
il giovane dottorando in Sociologia dell’Università di Trento, sceso nella Bassa il 20 febbraio, per completare la propria ricerca sul campo e verificare di persona la presunta freddezza dei ‘bassaioli’. Aveva iniziato la mattina del giorno seguente a regalare abbracci a tutti i passanti per le vie principali di Codogno.
Si moltiplicano gli appelli a restare a casa.
Il governatore della regione Liguria ha dovuto rispondere alle forze dell’ordine per aver organizzato un evento pubblico contrario alle nuove disposizioni del Dpcm dell’11 marzo.
In particolare, un nutrito gruppo di cittadini si è recato presso l’abitazione dell’alto funzionario, convinti che avvenisse la distribuzione gratuita di beni di prima necessità. Nessuno temeva di incorrere in alcuna sanzione dal momento che tutti erano provvisti di autocertificazione. Molti, mentre il corteo veniva disperso, erano ancora impegnati a telefonare
ai parenti avvisando di buttare l’acqua per le trenette.
Il governatore aveva twittato #iopestoacasa.
Aggiornato al 13/03
continua (#ioscrivodacasa)
A domani
Marco Milani