Con l’arrivo di marzo la febbre sembra completamente passata.
Eravamo arrivati a provarla sei volte al giorno costruendo un grafico 3D in excel e a tentare la fortuna giocando la temperatura rilevata al superenalotto online.
Ogni volta che passa un treno, l’altoparlante in stazione continua ad annunciare: “Prestare attenzione al terzo binario, treno in transito”. Sentirlo è un assaggio di quotidianità perduta e per un attimo dimentico che siamo al secondo lunedì di Resistenza. E a dire il vero, dispiace un po’ il ripristino dell’Alta Velocità sulla linea Milano-Bologna. Ci stavamo affezionando al passaggio dei Frecciarossa e di Italo, ci facevano sentire meno isolati dal resto dell’Italia.
Attimi di panico l’altro pomeriggio alle 17 quando è partita la sirena di una fabbrica.
Gli anziani in giro si sono dileguati come panarot (leggasi scarafaggi per chi viene da fuori zona rossa) quando accendi la luce. Temevano fosse Pippo, il bombardiere della seconda guerra mondiale.
Per le strade si avverte una gran voglia di ripartire, forse non a caso l’agenzia di viaggi in centro è sempre rimasta aperta a dispetto della chiusura degli altri negozi. Non so se si debba leggere come una presa per i fondelli o piuttosto come un segnale di speranza di poter tornare a varcare presto la sottile linea rossa.
Mi ero ripromesso di tagliarmi la barba a marzo, ma il mio personal stylist suggerisce che la barba lunga fa più isolato zona rossa.
Marco M.